«In questo momento, la plastic tax avrebbe colpito ancora più le nostre aziende alimentari, già provate. Come abbiamo sempre sostenuto, questa tassa per noi è dannosa e dovrebbe essere abolita del tutto. Tuttavia tiriamo sospiro di sollievo: bene questo rinvio. È il momento della ripartenza e siamo contenti che il governo ci aiuti in questa situazione così delicata». È soddisfatto Ivano Vacondi, presidente di Federalimentare, che la bozza del decreto Sostegni bis preveda il rinvio al 1° gennaio 2022 della plastic tax, che sarebbe dovuta entrare in vigore il 1 luglio 2021.
Ma la soddisfazione è generalizzata lungo tutta la filiera agroalimentare: «La Plastic tax colpisce 2/3 della spesa a tavola in cibi e bevande delle famiglie e rischia di penalizzare a cascata l’intera filiera», ha detto il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini. È nel settore agroalimentare, infatti, che si concentra il 76% degli imballaggi in plastica. E con la plastic tax – ha precisato la Coldiretti – esiste il rischio che il costo venga scaricato sugli anelli più deboli della filiera: da una parte sugli agricoltori, ai quali verrà chiesto di ridurre ulteriormente i margini di reddito, e dall’altra la tassa andrà a colpire i consumatori finali.
Anche Filiera Italia esprime soddisfazione per la decisione del governo di rinviare la plastic tax. «Non si sarebbe potuto far gravare sulle famiglie italiane un costo aggiuntivo in un momento di crisi così pesante – ha detto Luigi Scordamaglia, consigliere delegato della fondazione -. La riduzione dell’uso di plastica è un processo che deve essere intrapreso premiando chi si adegua e chi mette in atto pratiche virtuose, così come le nostre aziende hanno fatto, e non colpendo un settore indiscriminatamente con misure punitive».